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groppo s annoda. L acqua � umida e fredda: l umido ri-
tiene come proprio e nel freddore partecipa con la terra.
La terra � fredda e secca: la freddura � propriamente sua
con cui all acqua s attiene, nel secco si ragguaglia al fuo-
co. Onde sicome la terra si comunica nella freddezza
con l acqua, cos� parimenti col fuoco nella siccit� si con-
giugne: e questo la sua calidit� comparte all aria, la qua-
le nell umidit� con l acqua si tramescola. Ed ecco gli al-
terni e vicendevoli annelli di quella adamantina catena,
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Letteratura italiana Einaudi
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che dal primo Ente indipendente con lunga e diritta se-
rie quaggi� pendendo, l Universo tutto stringe ed ab-
braccia. E questa (secondo i Pittagorici) � degli elementi
l armonia con tanta consonanza mirabilmente composti,
che non � maraviglia se tanto ne misti quanto ne propri
luoghi loro, con tanta pace e s� soave quiete se ne riposa-
no. Onde Boezio, de Pittagorici imitatore:
Tu numeris elementa ligas ut frigora flammis,
Arida conveniant liquidis ne purior ignis
Evolet, aut mersas deducant pondere terras.
N� altra ragione migliore (per mio parere) addur si
pu� a quel dubbio, perch� l acqua la terra non soffoghi,
essendole superiore, se non che non vuol dipartirsi dalla
sua consonanza n� abbandonare il tuono del suo ordine,
n� romper la legge di quell armonia con cui il sommo
Artefice perfettamente la leg� e di cui ella pacificamente
si contenta.
Cosa soverchievole parmi ora il volere lungamente ri-
cercare la dolce musica che fanno non solo in se stessi
gli elementi, ma ancora i misti di essi, tanto gl imperfet-
ti, quanto i perfetti: e da quelli incominciando che han-
no semplicemente l essere, dir con che suono si facciano
sentire i metalli e come le pietre ed i minerali con l altre
cose tutte concordevolmente la parte loro adempiano. E
passando a quelli che con l essere hanno congiunto il ve-
getare, discoprir non solo quella natural simpatia che tra
se stesse hanno le piante, come la palma con la palma,
l olmo con la vite, la smilace con la spina, l ellera con la
quercia, ma quella altres� con cui e le piante e l erbe e i
fiori e le radici servono al sostegno ed al conservamento
del mondo. Indi trattando di quelli ch oltre l essere e  l
crescere hanno il sentire, dimostrare come mentre il Lu-
signuolo garrisce, e la Lodola tirelira, ed il Pappagallo
squittisce, ed il Corvo crocita, e la Cornacchia gracchia,
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ed il Cucco cuccoveggia; e cantando il Gallo, e cocco-
lando la Chioccia, e pigolando il Polcino, e miagolando
il Gatto ed abbaiando il Cane; e col ruggito il Leone, e
col muggito il Toro, e col grugnito il Cinghiale, e con
l ululato il Lupo, e col balato l Agnella, ed il Cavallo non
pur col nitrito ma con l innaspar delle braccia e col levar
delle zampe e col battere a tempo e misuratamente il
terreno, altro tutti non fanno, che tener bordone a que-
sto publico concento. Anzi non solo gli uccelli dell aria e
le fiere della terra, ma nell acqua i pesci, tutto che per
natura sien mutoli, pure in questa musica comune, se
non altro, fanno almeno la parte del tacet, e quella fa-
colt� che in se stessi non hanno, da altrui essercitata si
dilettano sommamente d ascoltare, si come il caso me-
morabile d Arione ce ne pu� rendere apertissima fede.
Ma la plebe di queste creature vili ed ignobili trala-
sciando, solo a quell animal nobilissimo mi rivolgo, il
quale, per ultimo grado, a tutte le sudette doti aggiugne
la virt� dell intendere. E poich� gi� del Macrocosmo si �
detto a bastanza, passar anche del Microcosmo a far pa-
role non si dovr� disconvenire, di cui, come di materia
appartenente allo stato nostro, pi� lungamente fa di bi-
sogno che si ragioni.
Voi, Serenissimo Sire, mentre io qui con alquanto di
digressione mi diffondo, e di cose pi� nuove e pi� sottili
apparecchio la lingua a discorrere, apparecchiate l ani-
mo ad udire con attenzione non minore di quella che fin
qui prestata mi avete, per la quale mi sono in guisa della
vostra umanit� fatto certo, che da essa all avanzo del
mio dire, quantunque rincrescevole, m imprometto
udienza cortese.
L uomo, per essere assolutissima opera e bellissima
imagine di Dio, si pu� dire quasi un mondo minore.
Dissi male: meglio avrei parlato se detto avessi mondo
maggiore quanto alla eccellenza e nobilt�, poich� con
assai pi� perfetto componimento, con pi� piacevole ar-
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monia e con pi� sublime dignit�, i numeri tutti, le misu-
re, i pesi, i movimenti, le qualit� e quante altre cose il
maggior mondo compongono, in s� contiene e sostiene.
Le quali tutte, oltre la commune consonanza che negli
altri composti hanno, in esso come in supremo artificio,
una sorte suprema conseguono, e, a guisa d una gran
mappa universale da dotto geografo ridotta in angusta
tavola, o quasi picciola ed artificiosa palla da pi� sottile
Archimede lavorata ad esempio dell immense sfere, ve-
desi in esso epilogato un breve compendio dell univer-
so. Cos� disse Filone: Produxit Deus hominem de limo
terrae, et dedit ei virtutem continendi omnia. Cos� il Tri-
megisto: Homo est quodam omne et quodam totum in
omni. Cos� Cristo istesso: Ite et praedicate Evangelium
omni creaturae. Ed a dirne il vero, qual cosa ha l uomo
che non si ritrovi nel mondo? o qual cosa ha il mondo
che nell uomo non si raccolga? Volete gli elementi? ecco
i sensi esteriori. L occhio risponde al fuoco: l orecchio
conviene con l aria: il tatto si confa alla terra: e con l ac-
qua il gusto e l odorato si ricontrano. Volete i sassi? ec-
co l ossa, ch ossa appunto del corpo mondano furono i
sassi chiamati da Empedocle. Volete i metalli? ecco gli
umori, i quali abitano nel corpo umano, si come i mine-
rali nelle viscere della terra. Volete le piante? ecco il san-
gue e la carne che, merc� della virt� vegetativa degli spi-
riti vitali, alimento ed accrescimento ricevono. Volete
l erbe ed i fiori? ecco i peli ed i capelli. Le fontane? ecco
le vene. Le stelle? ecco le pupille. La Luna? ecco il ven-
tre. Il Sole? ecco il cuore, il cui moto, al moto del Sole
corrispondente, per l arterie in tutto il corpo diffuso, gli
anni, i mesi, i giorni e i momenti con certissima regola
all uomo dimostra. I movimenti ancora dell altre mem-
bra umane co movimenti degli altri Cieli s accordano.
Ed essi specialmente ritrovato aver l uomo certo nervo
nella [nu]ca, il qual, tirato, tira in guisa l altre membra
tutte, che ciascuno secondo il proprio moto si muove,
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